Tempo fa ho utilizzato questa frase per indicare la responsabilità che abbiamo nel fare il mestiere che insegniamo alla nostra scuola, ovvero l’operatore olistico a indirizzo nutrizionale. Facevo riferimento alla visione energetica del cibo, complementare all’aspetto biochimico-nutrizionale.
Domenica prossima inizia il nostro corso di Scienza e nutrizione, nel quale cerco di esplorare i punti positivi e negativi della scienza riguardo allo studio del cibo e credo che questa frase meriti un approfondimento maggiore.
Oggi ci sono sempre più ricercatori, medici e esperti in nutrizione che stanno arrivando alle stesse conclusioni che noi insegniamo da decenni; e questo è solo positivo. Purtroppo però ci sono altrettanti scienziati che arrivano a tutt’altra conclusione: questi danno origine a un dialogo “ufficialmente riconosciuto”, ma molto confuso per noi, una sorta di conflitto tra esperti che parlano un’altra lingua rispetto a noi. Un’altra conseguenza di questa “illuminazione” nel mondo scientifico è che i principi più importanti vengono sottovalutati o del tutto ignorati. Siamo una società che ha fatto della scienza una nuova religione e quando la scienza conferma una nostra credenza diventa sacrosanta e altri punti di vista non vengono nemmeno considerati.
Vorrei illustrare l’importanza della visione energetica e come essa ci porta dove la scienza non può arrivare. Poi arriveremo a parlare della scienza della nutrizione rapportata alla nostra piramide - la nostra dieta.
Il primo esempio viene dalla mia famiglia, in particolare dalla nostra terza figlia. Questa bambina, dopo qualche settimana dalla nascita, sviluppò la crosta lattea (un problema della cute della testa). Siccome la bimba mangiava solo latte materno mi rivolsi alla fonte - mia moglie: “Moglie, perché questa bambina ha la costa lattea?”. Anzi, ad essere sincero posi questa domanda molto gentilmente, del tipo: “Amore, tu cosa ne pensi? Perché secondo te la bambina ha questo problema?”, ma in realtà la risposta la conoscevamo già entrambi… in una parola: “taralli”. Durante la gravidanza gli alimenti secchi spesso aiutano per le nausee e i taralli giravano in casa in grandi quantità quando aspettavamo - parlo al plurale perché ammetto che piacevano anche a me, anche se non avevo nausee… Diciamo che li mangiavo per solidarietà!
Morale della favola:
Tolti i taralli, il problema si dileguò in tempo breve e non si è mai più manifestato. Volendo spiegare questo rapporto di causa-effetto fra i taralli e la cute della testa con i principi della nutrizione, non ci si arriva. La causa non è una singola molecola, non è il glutine in sé (mangiava regolarmente pasta), né olio d’oliva (consumato tutti giorni) né lievito (un po’ di pane lo mangiava comunque). Nei taralli non ci sono vitamine, proteine, sali minerali o oligoelementi particolari responsabili del problema. Non c’è una causa quantificabile e la scienza si basa solo su ciò che si può misurare. La causa nel nostro caso era una qualità calda e secca conferita dal forno al sangue di mia moglie, che ha poi generato il latte che ha nutrito la bimba, causando poi un problema di secchezza della cute.
Con semplice conoscenze dell’effetto degli stili di cottura, la soluzione del problema era semplicissima. Se ci fossimo rivolti a un medico, o un nutrizionista o qualunque altro terapista che fondasse il suo lavoro solo sul metodo scientifico, quella bambina avrebbe sofferto non solo per la crosta lattea, ma anche per i vari farmaci e integratori che probabilmente ci sarebbero stati consigliati.
Una storia simile viene dall’America, dove negli anni ’70 il direttore di un grande ospedale a Filadelfia si era malato di cancro alla prostata e sapeva che la medicina non poteva salvarlo. Questi conobbe Denny Waxman**, un mio insegnante e amico, che lo invitò a pranzare a casa sua tutti i giorni per curare questo problema. Il male sembrava essersi quasi risolto, quando questo medico decise che non era più necessario mangiare da Denny, perché era convinto di aver capito come fare e di poter continuare a casa propria. Poco dopo i sintomi peggiorarono molto e decise di tornare da Denny. Il suo errore era stato quello di cuocere gli stessi ingredienti che mangiava da Denny (quindi gli le stesse sostanze nutritive), ma mettendo tutto in una grande pentola e facendo una sorte di pastone, senza differenziare le singole cotture.
Di nuovo, dal punto di vista scientifico non si può spiegare l’importanza di certi stili di cottura e le varie dinamiche nelle preparazioni. La storia di questo medico è stata scritta in un libro famoso negli Stati Uniti: Recalled by Life, scritto da Tom Monte.
Domenica iniziamo il corso Scienza e Nutrizione, un corso fondamentale, non tanto perché ci dà informazioni utili sull’aspetto biochimico del cibo, ma perché oggi si parla solo in termini di molecole e noi, nel nostro lavoro, dobbiamo essere in grado di capire e parlare con un minimo di intelligenza e linguaggio specifico con persone che non conoscono o non accettano la visione energetica. La scienza ci dà informazioni utili ma francamente si tratta di una parte minima se paragonata alla visione energetica. La nostra piramide (che non è come altre piramidi alimentari se si guarda bene) nasce non da una visione biochimica nutrizionale, ma da un’antichissima conoscenza di schemi alimentari appartenente a tutte le culture del mondo, che si sposa con il concetto di armonia energetica che possiamo valutare con yin e yang, le 5 trasformazioni e un po’ di buon senso.
Invito tutti a frequentare questo corso, anche chi ha un po’ paura di parole come “biochimico”, perché tutti dobbiamo condividere in modo efficace le nostre scelte se vogliamo contribuire a creare un mondo migliore. C’è chi non può accettare una visione orientale che utilizza parole e concetti strani - anche se sono molto semplici - e noi dobbiamo aiutare anche loro. Più persone sposano una dieta basata su cereali e verdure è più gioiosa e libera la vita sarà per tutti.
Martin