Lino Stanchich: masticare può salvare la vita

Lino Stanchich masticare

Lino Stanchich: masticare può salvare la vita

Lino Stanchich compirà  85 anni il 24 di febbraio e ho pensato che sarebbe bello fare un regalo a tutti i lettori riproponendo nella newsletter questo suo articolo. Questo articolo ha dell’incredibile e ci insegna un pratica molto semplice, ma al contempo potentissima; essendo però molto lungo, lo pubblicheremo in due parti. Vi avviso che per quanto interessante sia la prima parte, la seconda lo è ancor di pi

Auguri Lino - ti faccio il regalo più bello - diffondo il tuo insegnamento!

 

Masticare può salvare la vita - di Lino Stanchich

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, mio padre Antonio Stanchich fu fatto prigioniero in Grecia dai tedeschi e mandato in Germania in un campo di concentramento. Il lager era collegato ad una fabbrica dove tutti i prigionieri erano obbligati a lavorare molto duramente. D’inverno faceva molto freddo, le baracche erano poco riscaldate, l’abbigliamento inadeguato e il cibo insufficiente. Mio padre mi disse: “Avevo quasi sempre freddo ed ero costantemente affamato”.

Al mattino mio padre riceveva una tazza di caffè di cicoria ed una fetta di pane. A pranzo e a cena gli veniva data una tazza di zuppa in cui c’erano patate e qualche altra verdura oltre a cereali o fagioli e saltuariamente un po’ di carne.
Non passava giorno senza che qualcuno morisse di fame. Durante i freddi mesi invernali molti altri morivano di assideramento.
La vita nel campo era una costante lotta per la sopravvivenza.

Fu allora che mio padre fece una scoperta che gli avrebbe salvato la vita. Quando aveva sete, istintivamente tratteneva l’acqua fredda in bocca e la ‘masticava’ per intiepidirla prima di deglutirla. Normalmente masticava l’acqua 10 a 15 volte. Un giorno che l’acqua era particolarmente fredda, la masticò 50 volte!

Oltre a calmare la sete, l’acqua effettivamente sembrava dargli energia. Dapprima pensò che fosse solo la sua fantasia, ma dopo ripetuti esperimenti, mio padre concluse che, in effetti, masticare l’acqua 50 volte o più gli forniva maggiore energia. Era perplesso, come poteva della semplice acqua dargli energia? Quarant’anni più tardi questo mistero venne chiarito.

Mio padre cominciò un esperimento. All’inizio masticava ogni boccone di cibo solo 50 volte, poi provò 75 volte poi 100, 150, 200, fino a 300 volte per boccone… a volte di più. Egli mi disse che il numero magico di masticazione era 150, dopodiché poteva proseguire quasi all’infinito con continuo aumento di energia. Spesso c’era poco tempo per masticare. Il pasto del mattino durava una mezz’ora. Il pranzo un’ora, mentre il tempo della cena durava quanto voleva lui. La tecnica che mio padre aveva sviluppato era semplice: mettere un cucchiaio di liquido o di cibo solido in bocca e masticare contando ogni masticazione. Egli condivise la sua scoperta con i suoi amici, la maggior parte dei quali gli disse: “via Tony, tutto ciò è solo nella tua testa!”. I suoi amici pensavano che 10 a 20 volte fossero sufficienti, ma due di loro si unirono a mio padre nelle sue sedute di masticazione e confrontarono le rispettive esperienze. Tutti conclusero che questa tecnica dava loro più energia, si sentivano meno affamati e perfino più caldi.

Dopo due anni di campo di concentramento, nel 1945, i prigionieri vennero liberati dall’esercito americano. Pochi mesi dopo mio padre tornò a casa da noi a Fiume, che prima della guerra era italiana, dopo risultava in Yugoslavia. Era pelle e ossa, ma vivo. Della sua squadra di 32 che furono catturati e mandati al campo di concentramento, soltanto 3 sopravvissero, mio padre e i suoi due amici che praticarono la masticazione. L’anno seguente, durante un picnic con la famiglia, mio padre mi raccontò la sua esperienza al campo di concentramento. Egli attribuiva la sua sopravvivenza totalmente alla masticazione e concluse la sua storia, dicendomi: “Se mai ti succedesse di sentirti debole, raffreddato o malato, mastica ogni boccone 150 volte o più”. A quel tempo avevo 14 anni. Nel 1946 c’era una grande quantità di cibo nella nostra casa ed ero in buona salute, comunque non ho mai dimenticato le sue parole.

 

A seguire - vediamo cosa succederà a Lino la prossima settimana. Intanto masticate tantissimo!

Martin