Georges Ohsawa è il padre della macrobiotica, la filosofia che sta alla base della nostra scuola, anche se il suo nome non viene utilizzato spesso. Credo che “Oh ça va!” sarebbe un nome preferibile o semplicemente la filosofia d’Oshawa.
Nato Nyoichi Sakurazawa assunse il nome Georges Ohsawa dopo un soggiorno in Francia, un paese che amava particolarmente. In Francia quando qualcuno gli chiedeva Comment ça va? lui rispondeva sempre “Oh ça va!” e da questa frase nacque il nome Oh-sa-wa. Una filosofia che ha come nome una frase che vuol dire “va tutto bene” è molto attraente e devo dire che la filosofia di Oshawa lo è davvero .
Oshawa ha reinterpretato l’antica filosofia orientale di Yin e Yang, applicandola ad ogni aspetto della vita, dal cibo alla salute, dalla guerra nucleare all’astrofisica. Ha scritto centinaia di libri, attraversato ogni continente del mondo e cambiato considerevolmente la vita di un infinità di persone - una in particolare che mi sta particolarmente a cuore… la mia.
Da qualche giorno ho uno suo libro in testa “Macrobiotics, an Invitation to health and Happiness”, cioè “La Macrobiotica, un invito alla salute e alla felicità”. I contenuti dei suoi libri (e ne ho letti dozzine) tendono a ripetersi, quindi è il titolo di questo libro che mi ronza nella mente insieme al suo messaggio di base. La sua visione della vita prevedeva di applicare questo principio di yin e yang in ogni situazione, cercando di riconoscere un gioco di opposti presente in tutte le cose, e poi cercare di equilibrare questi opposti. A La Sana Gola ne parliamo costantemente, riconoscendo che la combinazione di cereali e verdure crea una dinamica di base tra forze opposte che fa funzionare al meglio il nostro corpo. Questo è l’aspetto relativo alla salute nel suo invito.
In questo articolo vorrei parlare del principio di yin e yang e della felicità.
Essenzialmente la felicità per Ohsawa nasce dalla salute, quindi la salute fisica non può essere separata da quella mentale, ma non è solo questo. Il principio di yin e yang riconosce che il nostro mondo è composto da opposti che sono anche complementari ed è qui che risiede il suo genio.
Vediamo meglio questo principio: l’espansione non esiste senza la contrazione, né il freddo senza il caldo, se non ci fosse il sesso maschile non ci sarebbe il sesso femminile, se non ci fossero persone basse non si potrebbe parlare di persone alte ecc.
Ohsawa insegnava che solo una persona che ha veramente sofferto, può realizzare la felicità, cioè solo chi ha avuto problemi di salute è in grado di apprezzare in pieno la salute e solo chi ha vissuto le sofferenze più atroci in amore è quindi in grado di amare appieno.
Diceva inoltre che si può imparare, attraverso esperienza e riflessione, ad apprezzare anche la sofferenza perché porta al benessere. Citava anche Gesù, che diceva che “gli ultimi saranno i primi” e noi dobbiamo imparare ad amare i nostri nemici. Oshawa cercava e apprezzava la difficoltà nella sua vita perché sapeva che poteva arrecargli una felicità ancora maggiore e una vita sempre più ricca, quella che per lui era la Grande Vita. La Grande Vita si crea con difficoltà, con le sfide, attraversando la malattia, il dolore e la delusione. L’ideale per Ohsawa era di essere un uomo libero, di cessare di giudicare l’esperienza come positiva o negativa, ma di vivere tutto come un processo verso una felicità superiore.
Ohsawa era sempre pronto e mettersi all’ultimo posto, di “vivere parvo” come diceva lui, e di esprimere il sentimento più alto in ogni situazione: la gratitudine.
Ohsawa era stato dato per spacciato dai medici quando soffriva di tubercolosi: fu condannato a morte per le sue attività pacifiste e mentre aspettava l’esecuzione in prigione contrasse una malattia “inguaribile” secondo tutti i medici. Al contrario, dimostrò di poter guarire e in seguito visse altre mille esperienze altrettanto estreme, tutte con grande gioia.
Il fatto che il cuore non può avere un’espansione senza contrazione è esattamente come la malattia ci porta alla salute e la difficoltà ci fa stare meglio. Gli opposti sono complementari, uno non può esistere senza l’altro.
L’invito di Ohsawa nel suo libro, e in tutti suoi libri, è semplicemente quello di riconoscere che quando qualcuno ti chiede come va, la risposta è sempre che va tutto bene.
È quasi comico, ma anche per chi non può capire la validità di questa filosofia, va tutto comunque bene, perché la confusione e l’incertezza sono stati che portano alla chiarezza. Ciò che serve per accogliere l’invito di Ohsawa è una profonda riflessione e una ricerca di equilibrio utilizzando il principio di yin e yang come fosse una bussola, in ogni aspetto della nostra vita: a partire da quello che mettiamo nel piatto tre volte al giorno, alla gratitudine che possiamo coltivare nella nostra vita giorno per giorno.
La settimana prossima dovrei introdurre l’inizio della nostra Quaresima, o dieta primaverile, ma potrei anche portare avanti altri aspetti della filosofia Ohsawa. Visto che è la stagione delle primarie in America, potete votare anche voi sulla nostra pagina Facebook con un commento: Ohsawa o Quaresima per la prossima newsletter? Farò quello che volete voi… per me va comunque tutto bene.
Martin