George Ohsawa è il padre della macrobiotica e anche se questa etichetta non mi è mai piaciuta, siamo tutti, più o meno, figli suoi. Ohsawa ha insegnato una serie di principi per guidare una vita naturale, una vita che permetta di esprimere appieno il potenziale umano, una grande vita.
Eccone alcuni:
Non Credo - è solo attraverso l’esperienza che si capiscono le cose e dobbiamo imparare a ragionare per noi stessi e non credere a nessuno - neanche a lui.
Front and back - ogni cosa ha una parte fontale e una parte posteriore (fronte/retro), più grande è l’oggetto frontale visibile e più grande sarà la parte posteriore nascosta.
Pratica e teoria - La pratica senza teoria è pericolosa, mentre la teoria senza la pratica è inutile.
La quantità cambia la qualità - troppo riso integrale genera problemi, mentre una piccola quantità di zucchero non è da temere.
1 chicco 10.000 chicchi - la natura si esprime con grande generosità; un chicco di riso può dare 10.000 altri chicchi, quindi per vivere in modo naturale dovremmo imparare a dare, dare, dare, per ogni cosa che riceviamo dovremmo dare 10.000 volte di più.
Vivere parvo - per sviluppare la ricchezza interiore, per avere una vita spirituale ricca dovremmo vivere con grande modestia e consumare poco (vivere parvo - vivere con poco).
Credo che abbiamo bisogno di quest’ultimo principio oggi. Dobbiamo imparare meglio a vivere parvi e vivere con gratitudine: questo può spingerci a voler dare, proprio perché riceviamo così tanto.
Sembra che siamo sempre alla ricerca di qualcosa di più: più elaborato, più esotico, più molecole (proteine, omega 3 ecc.), più sofisticato, più bello e al contempo perdendo quello che è veramente il valore intrinseco del cibo. A me sembra incredibile che ci siano competizioni di cucina per esempio. La ricerca del gourmet e il piacere della presentazione possono facilmente allontanarci da un piacere maggiore. Il segreto è saper cucinare qualcosa di ricercato o gourmet, mantenendo il principio di vivere parvo, che conferisce al nostro comportamento anche un senso civico e sociale. Quello che noi proponiamo deve essere condivisibile con tutti, ricchi o poveri, intellettuali o meno istruiti.
Il vivere parvo vuol dire anche questo: fare una proposta popolare e semplice da capire, perché noi (amici de La Sana Gola) come Ohsawa vogliamo cambiare il mondo, non solo i benestanti o i privilegiati.
Viviamo in un momento di crisi di risorse e sovrappopolamento, di inquinamento in costante crescita e di malattie legate agli eccessi e non a carenze. Il vivere parvo come principio di vita ci permette di agire in modo concreto nella propria vita per invertire queste tendenze. Sono anche convinto che i problemi che il mondo affronta abbiano come radice ignoranza, esclusività, competizione e semplicemente la paura di dover salvaguardare i propri interessi in un mondo così individualista. Il vivere parvo è utile anche per iniziare un processo verso una mentalità collettiva più ecologica e solidale.
La dieta e lo stile di vita possono stimolare la crescita e l’evoluzione individuale e collettiva oppure esserne un freno. Quello che serve è equilibrio e semplicità, e per lo più conviene consumare meno.
Ohsawa raccontava la storia di un cuoco famoso che era un suo paziente. Questo cuoco passava la giornata a preparare piatti ricercatissimi, ma quello che preferiva erano i piatti semplici di sua moglie. Insisteva su una presentazione gradevole e armoniosa a tavola, ma era tutto lontanissimo dal lusso del suo ristorante.
Il concetto del “vivere parvo” mi viene in mente sempre dopo le feste e nulla mi soddisfa di più di pasti estremamente semplici in questo periodo. Invito tutti a provare a eliminare man mano la retorica nella cucina di tutti i giorni, per riscoprire il cibo di cui l’uomo ha veramente bisogno. I piatti “parvi” sono piatti ricchi di forza vitale, ma poco elaborati o complicati.
Buona settimana
Martin